Categoria : Alimentazione Blog
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“Ho mangiato senza pensarci perché ero stanco” ed è proprio così: più sei stanco più ti è difficile scegliere in modo adeguato ciò che vuoi mangiare. Quando siamo stanchi la nostra forza di volontà si riduce, spesso perché l’abbiamo già usata per non aggredire la suocera che ci critica, per restare calmi quando i figli fanno storie, per non diventare isterici quando siamo bloccati nel traffico. Dopo una giornata piena di tensione il nostro sistema nervoso si ritroverà affaticato e di conseguenza meno capace di gestire quelle scelte istintive che ci portano a mangiare ciò che non dovremmo.
Se fa tanto ad innescarsi il pilota automatico della ricerca del cibo che ti dà soddisfazione immediata, piacere e gratificazione, avrai difficoltà a smettere perché le papille gustative diranno al cervello che finalmente hai trovato la tua oasi di pace.
In realtà non è così perché spesso mangiare troppo non fa altro che peggiorare il tuo stato di stanchezza psicofisica, di frustrazione e di avvilimento.
Diventare consapevole del fatto che la tua stanchezza è dovuta a come vivi la giornata e al livello di tensione con cui affronti le cose sarà la strada giusta verso il cambiamento.
Inizia a distinguere ciò che mangi per fame reale e ciò che introduci senza pensarci perché sei esausto come una pila scarica.
Fai attenzione alle scivolate dovute alla stanchezza perché spesso innescano un circolo vizioso di scelte sbagliate.
Se vuoi sapere come riuscire ad affrontare queste situazioni mettiti in contatto con me.
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Senti il bisogno di cambiare, di migliorare la tua alimentazione ma le vecchie abitudini ti mettono i bastoni tra le ruote?
Le abitudini sono quelle azioni e quei comportamenti che compiamo in maniera quasi automatica perché le abbiamo ripetute così tante volte che il nostro cervello non ci deve nemmeno pensare. Mangi davanti alla tv, appena hai finito il pranzo vai alla ricerca di quel biscotto, entri in casa dopo il lavoro e vai direttamente ad aprire il frigorifero? E ancora, sono abitudini quei pensieri automatici che ti portano a giustificare un certo tipo di pigrizia o il mangiare quando sei già sazio.
Le abitudini alimentari si formano ripetendo le stesse scelte e le stesse azioni più volte che ovviamente ci danno piacere e che ci risultano comode. Non a caso le abitudini alimentarti che attecchiscono meglio sono quelle che ci danno un piacere immediato. Mangiare cibi conditi, molto saporiti, dolci, fare pasti frettolosi con cibi confezionati, fare spuntini e pilucchi in assenza di fame, sono comportamenti che portiamo avanti perché ci danno dei vantaggi immediati, tra cui il piacere di quei cibi stessi. Cosa diversa è mangiare cibi sani, ben bilanciati, che ci permettono, NEL LUNGO PERIODO, di godere di un maggior benessere e del piacere di aver raggiunto un nostro obiettivo.
Spesso quando ti imponi di cambiare le abitudini a tavola perché magari vuoi rimetterti in forma, segui regole che non ti danno alcuna soddisfazione, anzi ti fanno sentire in castigo. Queste restrizioni prima o poi ti faranno scivolare nel cosiddetto “sgarro” che avrà come conseguenza un senso di fallimento e frustrazione per non essere riuscito a stare alle regole (che però non ti davano alcun piacere). A questo punto hai bisogno di qualcosa che ti allontani dalla sofferenza di ave fallito e cosa ci può essere di più immediato e piacevole che mangiare un bel dolce? E così non ne esci più.
Partiamo da un dato oggettivo: le buone abitudini alimentari si formano esattamente come quelle cattive, cioè ripetendo più volte lo stesso comportamento e soprattutto provando piacere da quello che si fa. La prescrizione della dietista o del nutrizionista di turno, anche se attenta e rispettosa dei tuoi bisogni, rappresenterà solo una serie di regole che, come tali, non produrranno concreti miglioramenti delle tue abitudini. Stare a dieta non significa necessariamente aver capito come trasformarla in una nuova abitudine.
Per fermare l’automatismo delle vecchie abitudini ti sarà utile imparare a sostituirle con comportamenti che ti danno altrettanti benefici, allenandoti proprio come se dovessi allenare i tuoi muscoli in palestra, ripetendo più volte il tuo nuovo comportamento e la tua modalità di pensare. Ti sarà possibile acquisire abilità che promuovono proprio l’apprendimento di nuove abitudini indebolendo quelle che ritieni inutili e dannose.
Cambiare abitudini si può, chi la dura la vince!
Vuoi che ti accompagni in questo cambiamento? Mettiti in contatto con me
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NO perché le calorie fornite da cibi diversi hanno effetti metabolici diversi. Inoltre per dimagrire non è sufficiente introdurre meno calorie di quante se ne brucino ma è necessario considerare la risposta metabolica di tutto ciò che mangiamo e che beviamo.
Le calorie sono solo un aspetto del cibo ma è ben più importante la secrezione ormonale determinata dal cibo.
Ad esempio, la dieta che riduce drasticamente carboidrati e zuccheri semplici fa dimagrire perché mette a riposo il pancreas, l’organo che produce insulina in funzione degli zuccheri che mangiamo. L’insulina e l’ormone che fa ingrassare e che ci fa sentire la fame, quello che fa depositare grasso a livello viscerale. Questo tipo di dieta dà buoni risultati nel primo periodo ma oltre ad aumentare il rischio di stress e di insulino-resistenza produce spesso un veloce recupero del peso perso a causa del rallentamento del metabolismo causato dalla carenza stessa.
Questo avviene perché in un percorso di dimagrimento non è sufficiente tutelare un organo (in questo caso il pancreas) ma ad ogni pasto dobbiamo considerare il comportamento di organi come il fegato, i reni, la tiroide, cercando di rispettarli e stimolarli. Quindi la scelta degli alimenti deve avvenire in base all’effetto che vogliamo avere, che possiamo chiamare azione biologica degli alimenti sul nostro corpo.
La scelta migliore è l’associazione di alimenti: sempre verdura, meglio se prima del pasto perché oltre a dare una buona sazietà è in grado di dare stimoli all’intestino per riequilibrare le secrezioni ormonali. Poi una proteina, cucinata bene, carne o pesce, o alimenti pronti come uova o formaggi, senza dimenticare i carboidrati, come pasta, riso o altri cereali, pane, patate che andranno aggiunti in quantità tale da soddisfare le esigenze individuali. La frutta, fornendo anch’essa zuccheri oltre a vitamine e Sali minerali, andrà valutata assieme agli altri carboidrati introdotti.
Secondo voi dal punto di vista metabolico è preferibile un pasto composto da un piatto di riso in bianco e una mela o una porzione di fritto misto con tanta insalata e un pezzetto di pane integrale? Se pensiamo all’attivazione metabolica sarà vantaggioso scegliere la seconda combinazione
La frittura va ad attivare la funzionalità epatica stimolando lo svuotamento della bile con conseguente eliminazione del colesterolo e delle sostanze nocive, quindi si ha l’attivazione di un organo non rallentamento. Il pesce contiene iodio che va a stimolare la tiroide, ghiandola che contribuisce a mantenere alto il metabolismo. L’insalata mette il rene nelle condizioni di eliminare le scorie prodotte in quel pasto Il pancreas invece viene appena stimolato per la presenza di una modesta quantità di carboidrati e questo ci permetterà di mantenere una buona sazietà.
Col riso bollito e la mela avremo una grande produzione di insulina in risposta all’introduzione di soli carboidrati e zuccheri e sicuramente la fame comparirà subito dopo, oltre al fatto che il riso, che è un alimento astringente, frena la funzionalità intestinale, non stimola né il fegato né la tiroide.
In conclusione, quando organizziamo il nostro pasto cogliamo l’occasione di fare del bene al nostro corpo, evitiamo inutili privazioni appagando il gusto e soprattutto mantenendo un equilibrio tra le secrezioni ormonali, tra gli organi e la salute a lungo termine.
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Oggi mi sono cucinata un uovo al tegamino con contorno di broccoli. SI, non mi sono sbagliata, quello che vedete è un solo uovo con due tuorli. Mi succede di trovare questa piacevole sorpresa quando acquisto uova biologiche, con la sigla xl, provenienti da galline giovani e in buona salute e non lo interpreto certamente come un segno che predice il futuro ma come una fortuita coincidenza.
Mangio spesso le uova perchè sono ricche di proteine di alta qualità, di vitamine e sali minerali come vitamina A, la riboflavina, l’acido folico, la vitamina B6 e B12, la colina, il ferro, il calcio, il fosforo e il potassio e non per ultimo, perchè mi piacciono.
Purtroppo è convinzione diffusa che le uova aumentino il colesterolo, che facciano male al fegato e che contribuiscano all’aumento di peso. E’ vero che il tuorlo è ricco di grassi ma questi sono prevalentemente quelli monoinsaturi e polinsaturi, ovvero quelli buoni. Inoltre, la composizione lipidica è rappresentata solo per il 65% dai trigliceridi, contro il 98% di media degli altri alimenti. Inoltre il tuorlo dell’uovo è ricco di lecitine e sia albume che tuorlo contengono una buona percentuale di fosfolipidi. In altre parole, le uova sono una preziosissima fonte proteica a basso costo con un impatto benefico sulla salute.
Tra i vari pregiudizi verso le uova ricordiamo quello legato alla sua digestione. In realtà il tempo di digestione delle uova varia a seconda del metodo di cottura.
Per renderle più digeribili cuocetele alla coque: immergetele in acqua che ha preso il primo bollore e lasciatele immerse per 3 minuti. Avrete l’albume rappreso e il tuorlo morbido e le potrete digerire in meno di due ore (la carne la si digerisce mediamente in tre ore).
Le uova sode sono meno digeribili perchè il tuorlo rappreso viene attaccato con difficoltà dai succhi gastrici. Maggiori difficoltà digestive anche per le uova in frittata ma ciò dipende dalla quantità di olio o burro usato per la cottura.
A me piacciono all’occhio di bue cotte in un tegame antiaderente e le accompagno con verdure cotte o con insalate.
L’unica controindicazione potrebbero averla le persone che soffrono di calcoli, perché proprio la tipologia di lipidi stimola la cistifellea, causando coliche.
Secondo una recente ricerca, condotta dall’Università di Sidney, nella Sidney Medical School, mangiare 12 uova a settimana (quasi due al giorno) non fa aumentare di peso e neppure alza il rischio di incorrere in patologie cardiovascolari.
Forse 12 uova alla settimana sono troppe anche per me (sono certa che alla lunga mi stancherei) ma consiglio a tutti quelli a cui piacciono le uova e anche a chi a volte se ne dimentica , di consumarne 4/5 alla settimana, soprattutto in alternativa alla carne.