Categoria : Alimentazione Blog
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Nella mia attività professionale capita spesso, proprio all’inizio del percorso di dimagrimento, di sentire frasi tipo:
“Sono sempre stato grasso, non credo riuscirò a cambiare. Anche nella mia famiglia sono tutti cosi, ho la stessa forma di mia mamma e di tutti i miei parenti, non posso farci niente.”
“Vivo in una famiglia dove tutti amano mangiare schifezze, non posso preparare cose diverse, gli altri non sono a dieta.”
“Mio marito/mia moglie è così goloso/a di dolci che a fine pasto ne mette sempre in tavola e io non posso resistere.”
“Quando ero piccolo mi obbligavano a finire tutto quello che avevo nel piatto e adesso faccio lo stesso.”
“Il cibo è il mio unico sollievo dagli stati d’animo negativi (rabbia, stress, tensioni emotive, noia) non posso farci niente, ho sempre fatto così.”
“Sono il tipo di persona a cui piacciono troppo i dolci, vivrei di dolci.”
“Ho già fatto tante altre diete e dopo poco mi stanco, so già che andrà così anche questa volta perché sono una persona incostante.”
Mi trovo quindi di fronte a persone che nel tentativo di cercare le cause e circostanze che hanno portato al loro sovrappeso trovano giustificazioni che impediscono il cambiamento perché indipendenti dalla loro volontà (genetica, stati emotivi, destino, familiarità, ciò che fanno gli altri, ecc…). In realtà non sono altro che tentativi di trovare un attenuante al loro comportamento, spesso per evitare di essere biasimati. Possiamo quindi definirle SCUSE.
Cercare SPIEGAZIONI è tutt’altro, significa analizzare i fattori che contribuiscono ad un problema di peso. E’ importante individuare le circostanze solo se conducono a intuizioni che suggeriscono una soluzione.
Le circostanze potranno quindi avere un peso (genitori e parenti in sovrappeso, mariti insistenti su alimentazione malsana, lavoro in pasticceria, ecc…) ma non devono determinare il numero sulla bilancia!
E’ fondamentale:
Si può scegliere di valutare la propria storia passata in modo funzionale al miglioramento personale effettuando un RE-FRAME, ovvero un atto di rivalutazione delle proprie convinzioni decidendo di vedere il passato in funzione del futuro che desideriamo.
Chi si occupa di educazione alimentare ha il compito di accompagnare il paziente nel processo di cambiamento verso una nuova consapevolezza di sé.
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La carne di pollo continua ad essere tra le pietanze preferite dagli italiani rispetto il pesce e i legumi, 7 italiani su 10 la consumano 2-3 volte alla settimana. La raccomandazione è di scegliere pollo di qualità, quello allevato a terra e non in gabbia, meglio se Bio, alimentato con mangimi privi di soia o mais OGM. Se non abbiamo tempo di andare dal macellaio di fiducia dobbiamo leggere con attenzione l’etichetta del pollo confezionato che riporta l’ORIGINE di provenienza, cioè dove l’animale è nato, è stato allevato e macellato. Gli allevamenti che indicano nome, indirizzo e località dell’azienda (quelli che ci mettono la faccia, per intenderci) sono da preferire a tutti gli altri.
Il pollo è spesso protagonista delle diete grazie al suo ridotto contenuto di grassi, quindi un bassissimo contenuto di colesterolo. La sua carne è ricca di proteine nobili, vitamine e minerali e si presta a numerose ricette sfiziose.
Ecco un modo di cucinarlo per renderlo tenero e gustoso.
Ingredienti per 2 persone:
Due cosce e due sovracosce di pollo
Due arance
Aglio e rosmarino
Pepe in grani e sale
Preparazione
Ho spremuto le arance e preparato una marinata col succo ottenuto, l’aglio, il rosmarino e il pepe in grani.
Ho messo in una ciotola il pollo in marinatura e l’ho lasciato riposare in frigo per tre ore.
Per la cottura ho rosolato il pollo a fuoco alto scolato dal liquido in un tegame antiaderente.
Ho proseguito la cottura aggiungendo la marinatura e continuato con l’aggiunta di brodo vegetale finché il pollo dopo circa un’ora è risultato cotto. A questo punto, ho alzato di nuovo il fuoco per far restringere il liquido rimasto e l’ho servito ben caldo.
Buon appetito!