Mangiare lentamente

 

La capacità di essere consapevoli di ciò che facciamo e delle nostre azioni – detta anche mindfulness – è una qualità già presente in noi anche se il più della volte rimane assopita. E’ possibile coltivare la mindfulness sia per quanto riguarda il cibo ed il nostro rapporto con il mangiare sia per la vita in generale. Uno dei concetti fondamentali per coltivare questa abilità è rallentare, soprattutto nel modo in cui ci nutriamo.

Mangiare velocementeSpesso ingurgitiamo troppo velocemente, cerchiamo di finire il cibo il prima possibile, abbiamo quasi una propensione a divorare il piatto e muoverci verso la prossima attività. Mangiare in piedi, mentre si cammina o si guida la macchina sono attività sempre più comuni, il pasto perde quindi la sua cerimonialità fondamentale, non è più un momento di piacere.

 

Mangiare lentamente

Mangiare più lentamente presenta grandi vantaggi. Innanzitutto la bocca ama masticare, e quando mastichiamo correttamente le concediamo di fare “il suo lavoro” correttamente. Immaginate di prendere un piatto di pasta asciutta e di frullarlo e berlo da una cannuccia. Il risultato a livello nutrizionale sarebbe praticamente lo stesso, mentre il piacere molto meno. L’esempio è estremo ma rende bene l’idea di cosa significhi prendersi il proprio tempo per assaporare e degustare gli alimenti al contrario di introdurli distrattamente.

Consumare cibo con più calma inoltre favorisce la digestione perché il processo di elaborazione del pasto inizia proprio dalla bocca e dagli enzimi della saliva che attaccano il cibo trasformandolo in bolo alimentare.

Mangiare prendendosi il proprio tempo significa provare più soddisfazione una volta che si è sazi. Il senso di sazietà è a sua volta influenzato dai nutrienti assorbiti dal sangue che solo un’assunzione di cibo “slow” può veramente procurare. Sminuzzando meglio il cibo, quando avverrà il passaggio dallo stomaco all’intestino tenue, gli ormoni dell’appetito (colecistochinina, insulina e glucagone) comunicheranno al cervello ed al corpo: “siamo sazi, basta così”.

Ci vogliono circa 20 minuti affinché questo feedback biologico arrivi al cervello. E’ quindi perfettamente sensato mangiare lentamente in modo da permettere ai segnali fisiologici del corpo di raggiungere i centri dove informazioni quali “stop” piuttosto che “continua a mangiare” vengono processati.

Mangiando velocemente ingrassiamo

Se mangiamo troppo velocemente, introduciamo troppo cibo prima che il segnale di sazietà possa arrivare e in questo modo non smettiamo di mangiare fino a quando non ci sentiamo fisicamente a disagio. Il corpo è progettato per mangiare lentamente e non esiste dieta che possa funzionare al 100% se questo principio non è compreso a fondo: mangiare con calma e premura per il piacere di farlo, per il raggiungimento del piacere stesso che porta sazietà, non sazietà senza piacere che spessissimo significa già eccesso.

Il ritmo giusto

Ma nella pratica, come facciamo a rallentare mentre mangiamo e beviamo? Ecco alcuni metodi per aiutarvi ad introdurre cibo e liquidi al “ritmo” giusto:

1) Fate una pausa prima di iniziare il pasto guardando ogni elemento nel vostro piatto, quasi mangiandolo con gli occhi. Notate i colori, la consistenza e la forma delle pietanze servite.godersi l'odore

2) Prima del pasto godetevi con il naso il profumo del cibo, immaginate di nutrirvi semplicemente attraverso l’odore

3) Mangiate come fa un sommelier quando assaggia il vino. Annusate poi assaporate un piccolo boccone, fatelo girare in bocca e chiedetevi quali ingredienti potete individuare. Masticatelo bene ed ingoiate, poi bevete un sorso d’acqua per pulire il palato. Quando la bocca è vuota e non resta alcun sapore, ripetete il processo.

4) Se vi accorgete di mangiare senza sentire il gusto del cibo, premete il tasto “pausa” e osservate di nuovo il cibo con gli occhi.

Applicando questi consigli in modo metodico sarà possibile raggiungere un vero senso di sazietà, mangiando quantità inferiori di cibo e gustando di più ciò che passa attraverso il palato. Iniziate oggi, noterete da subito un positivo cambiamento nell’atto di mangiare, digerire e soprattutto provare piacere nel nutrirsi.

godersi il cibo

Tratto da Jan Chozen Bays, Mindful Eating, Enrico Damiani Editore, pp. 146-154

 

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